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Bene e male, odio e amore

coppie di parole da riempire di un senso ritrovato.

Vita e morte, gioia e dolore, articoli da supermercato.

E se invece fosse, ruggente fosse, un desiderio d' esser liberati

in un abbraccio? Più urgente di un universo di significati.

Sconsideriamo per un attimo, giù dalla rupe dell' ultimo assalto

in un mare mosso dall' alto di un complotto del vento, che tuffarsi fosse

un volare capovolto, a questo punto, che ruolo avrebbe il cielo?

Si staglierebbe confuso di non essere che un verso trascorso

dal tragitto del pensiero da un punto a un altro, di uno stesso emisfero.

Cerebrale, terrestre, codice azzurro.

Sarebbe un contraltare su cui sprecare la preghiera del vespro.

Per infinite ragioni che non so spiegarti adesso.

Ecco, più di adesso, potrò guardarti negli occhi un giorno

e affrontare con garbo anche la possibilità di caderci dentro.

 Adielle - 20/03/2018 18:07:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Grazie Franca, un caro saluto.

 Franca Colozzo - 20/03/2018 15:03:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Adielle, la tua poesia sembra mossa da folate di vento improvvise tra alti marosi, che vorrebbero scompigliare l’abitudine ed il quotidiano, ma si trovano purtroppo avviluppati da legacci difficili da sciogliere, almeno nella nostra scarnificata società del benessere o malessere. Solo l’amore potrà riscattare questo mondo perverso e pervaso da un inutile odio, spesso gratuito e fratricida. Ti auguro cieli sgombri da nubi e tanta serenità.

 Adielle - 20/03/2018 12:46:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Grazie Klara, mi piace la tua ricapitolazione, ciao un caro saluto.

 Klara Rubino - 20/03/2018 10:38:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Ottima ispirazione.
Se tutti pesi dei significati e dei significanti si sciogliessero in un abbraccio, sarebbe così liberatorio, ma temo che comunque quest’evento sarebbe parte di un flusso di vento, di un ciclo meteorlogico, ben presto significati e significanti tornerebbero a veleggiare nel cielo, offuscando a tratti la luce che dissipa i confini dell’emisfero cerebrale e terrestre, quel codice azzurro.

Bellissima; versificata così, personalmente la trovo maggiormente valorizzata.


Bene e male, odio e amore coppie di parole
da riempire di un senso ritrovato.

Vita e morte, gioia e dolore,
articoli da supermercato.

E se invece fosse, ruggente fosse,
un desiderio d’esser liberati
in un abbraccio?
Più urgente di un universo di significati.

Sconsideriamo per un attimo,
giù dalla rupe dell’ ultimo assalto
in un mare mosso dall’alto
di un complotto del vento, che tuffarsi fosse
un volare capovolto,
a questo punto, che ruolo avrebbe il cielo?

Si staglierebbe confuso di non essere che un verso trascorso

il tragitto del pensiero
da un punto a un altro,
di uno stesso emisfero.
Cerebrale, terrestre, codice azzurro.

Sarebbe un contraltare su cui sprecare la preghiera del vespro.
Per infinite ragioni che non so spiegarti adesso.

Ecco, più di adesso,
potrò guardarti negli occhi un giorno

e affrontare con garbo anche la possibilità
di caderci dentro.

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